Ai più il nome di Paolo Basilico potrà dir poco. Dice molto agli analisti di Borsa e a chi frequenta la Finanza: si tratta del fondatore, presidente e amministratore delegato della Kairos Investment Management, una delle poche società indipendenti di gestione del risparmio in Italia che non hanno grandi banche alle spalle. Nelle cronache della politica, invece, il nome di Basilico compare quale sostenitore di Matteo Renzi dalla prima ora, quando l’allora sindaco di Firenze, si lanciò nella scalata al Pd.
E non fu un sostegno da poco: Basilico scrisse infatti una accorata mail riservata a un selezionato gruppo di giovani clienti della Kairos dal titolo eloquente, “Primarie Pd: un’opportunità che non possiamo perdere“, invitando tutti a scommettere su Renzi. Attraverso la Simon Fiduciaria Spa Basilico finanziò la campagna delle primarie del futuro premier. La Kairos Investment Management è ritornata all’attenzione anche di chi sa poco di finanza in questa settimana perché si è scoperto che nel volgere di pochi giorni questa società aveva aumentato la posizione netta corta, cioè la speculazione a scoperto, sul titolo Banca Popolare dell’Etruria, portandola ieri al 3,01% del capitale dal 2,92% del 5 gennaio scorso. In pratica, Paolo Basilico aveva scommesso sull’aumento di valore della Popolare dell’Etruria, l’istituto di credito che in effetti ha avuto uno scatto impressionante nei valori di Borsa a seguito del decreto di riforma che abolisce il voto capitario nelle Popolari: + 65 per cento. Un dato decisamente anomalo, visto che le altre Popolari, sulle quali per altro sono stati realizzati guadagni estremamente importanti, hanno segnato aumenti del 21 per cento, come la Popolare di Milano, o del 15 per cento, come la Ubi o del 24 per cento come la Pop Emilia. Ma lo scatto del 65 per cento è decisamente anomalo anche rispetto allo scenario del comparto. Complimenti dunque a Paolo Basilico: ha visto giusto o ha avuto la soffiata giusta? Visto lo scatto del titolo su cui aveva puntato perplessità ce ne possono essere e sono più che legittime: in Borsa le coincidenze non esistono. Se poi aggiungiamo che la Popolare dell’Etruria ha come Vicepresidente, Pier Luigi Boschi, padre del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, le perplessità e le coincidenze aumentano e crescono a vista d’occhio poi quando alcuni analisti ammettono che i movimenti anomali, concentrati a partire dal 5 gennaio scorso, hanno visto protagonisti agenti attivi nella City di Londra. Già attorno al 15 gennaio i valori delle principali popolari italiane erano in fibrillazione: chi opera attraverso la City londinese può facilmente celarsi dietro fondi e banche dei paradisi fiscali, in pratica, essere irrintracciabile.
Insider trading? Il “fumus” per avviare una inchiesta non solo della Consob c’è tutto. C’è anche l’arrosto che spiegherebbe molto dei tempi, alquanto sospetti, dell’accelerazione normativa impressa nel volgere di poche ore: la norma voluta da Renzi potrebbe, per una somma di fattori estremamente probabili, non diventare mai legge operativa. Ma i guadagni, intanto, sono già stati fatti, i ricavi, con probabilità, dirottati in molti casi verso i paradisi fiscali. Si tratta di sospetti, ma con dei fatti abbastanza certi con tanto di nomi e cognomi.
Indipendentemente da questi nomi e dalle parentele in campo, qualunque Paese di libero mercato questa realtà avrebbe portato alle immediate dimissioni del governo, che non può nemmeno essere sfiorato dalla benché minima ombra in questa materia delicatissima: lo scandalo sembra essere molto più grave di quanto non si possa immaginare.
25 gennaio 2015
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