La Questione Veneta una questione europea e l’Europa deve farla propria. Il Veneto è la porta d’Europa e Venezia è il porto dell’Europa centrale. Porto e porta: non si tratta di giochi di parole, ma del futuro e della nuova dimensione di traffici, commerci, scambi a cui il Veneto può dare una risposta formidabile su scale europea.
Veneto porto-porta è elemento chiave della macroregione alpina, che proprio nei giorni scorsi è stata lanciata a Bruxelles come quarta grande strategia europea, Eusalp, dopo quelle per Mar Baltico (Eusbsr), Danubio (Eusdr) e Adriatico-Ionica (Eusair). La strategia Eusalp, di cui noi siamo il porto-porta, coinvolge 70 milioni di abitanti suddivisi tra 48 Regioni, tra le quali, oltre al Veneto, anche il Baden-Württemberg, la Baviera, Rodano-Alpi, l’Austria l’intera Svizzera e il Liechtenstein. Un blocco socio-economico impressionante con città, aree produttive e piazze finanziarie quali Milano, Stoccarda, Vienna, Monaco di Baviera, Lione, Ginevra, Zurigo, Vaduz.
Veneto e Venezia chiavi di Eusalp svolgono il ruolo di cerniera non solo con la macrostrategia Adriatico-Ionica, che unisce l’Europa continentale al Mediterraneo: basta guardare ad una mappa delle reti infrastrutturali europee per capire come la nostra regione sia il punto di snodo nell’asse est-ovest, che nel Veronese incontra la direttrice nord-sud mentre proprio a Venezia si conclude il corridoio Baltico-Adriatico. Il futuro dei traffici, commerci e scambi passa per il Veneto formidabile area di interscambio e multimodalità di trasporto merci e persone, in grado di sviluppare nuovi modelli produttivi, grazie al tessuto delle Pmi e alla loro propensione a lavorare con l’estero.
Questa realtà in divenire, che ha già visto interessamento del governo cinese, oggi si manifesta grazie al nuovo Canale di Suez che verrà inaugurato il 6 agosto ma del quale sappiamo già che rivoluzionerà le rotte e i traffici merci.
Banca Intesa San Paolo ha stimato nella rotta per il nuovo Suez un risparmio minimo al 4 per cento del totale dei costi operativi per ciascun vettore con un possibile ulteriore risparmio unitario di 10.500 € per ciascuna singola nave che passa dalla nuova via d’acqua, valore che sale a 24.009 € per le navi portacontainers. Già oggi per Suez passa il 19 per cento del trasporto marittimo mondiale e solo per gli scali italiani si calcola grazie al nuovo canale un aumento di circa 170 mila container aggiuntivi nei porti italiani di transhipment. La rotta adriatica, notoriamente, è più breve e più sicura di quella che conduce ai porti di Anversa, Rotterdam o Amburgo e dunque è la più economica che consente ulteriori risparmi nel percorso tra Oriente, Suez, Europa continentale: Venezia e il Veneto sono la porta-porto dell’Europa centrale del domani un inedito hub che conta alle proprie spalle in Eusalp uno straordinario e unico tessuto produttivo all’avanguardia.
Si capirà che questa non è una partita esclusiva del Veneto o della macroarea Alpina: questa è una partita europea e non credo che l’Europa produttiva, quella del lavoro vero, delle fabbriche e capannoni, nella competizione globale, possa concedersi il lusso di rinunciare alla sua porta naturale o a vederla saccheggiata da uno stato inetto e per molti aspetti goffo e gaglioffo: con nuove regole, abbattimento della burocrazia, una tassazione giusta, tempi amministrativi e di giustizia certi, in Veneto si riuscirebbe a cogliere altri incredibili risparmi che moltiplicherebbero la competitività del prodotto europeo. Per questo credo che l’Europa del lavoro e dell’impresa debba fare sua la Questione Veneta e imporla poi all’Italia.
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