Tassa d’ingresso, Ciambetti: «Non sia applicata ai Veneti e a chi vive, lavora e risiede in regione»
VENEZIA – Una tassa di ingresso per Venezia, ma chi dovrebbe pagarla? I pendolari mordi e fuggi, certo, ma come classificarli e come stabilire chi abbia diritto ad essere esentato dal versamento dell’obolo. La nuova tassa per accedere alla città lagunare fa già discutere, soprattutto i non residenti a Venezia che tuttavia sono costretti a frequentare la città per motivi lavorativi. E fra tutte le voci una in particolare si leva sopra le altre, è quella del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, che fa una richiesta precisa a coloro che dovranno studiare e fissare i criteri della nuova tassa: «Non sia applicata ai veneti e a chi vive, lavora e risiede regolarmente nella nostra regione».
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«Venezia è una realtà delicatissima – prosegue Ciambetti in una nota – che non può reggere i flussi turistici e la logica del mercato globalizzato. Mentre ogni altra realtà turistica deve in qualche modo adattarsi alla domanda e alle esigenze del turista contemporaneo, Venezia deve iniziare a imporre le sue regole: è il visitatore che deve adattarsi a Venezia e non viceversa. Ben venga, dunque, un’iniziativa che può avviare una profonda revisione del rapporto tra questa città e il turismo di massa. Ma non possiamo considerare visitatori o turisti quanti vivono e risiedono regolarmente in Veneto. A questi cittadini, che hanno in Venezia la loro capitale e un punto di riferimento culturale oltre che politico e amministrativo – conclude – non si deve applicare la tassa di ingresso».
Fonte: Gazzettino
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