Non passano nuove norme su gruppi politici a Comitato regioni
BRUXELLES – “L’arroganza dei grandi gruppi politici butta al vento una modifica regolamentare utile per una voglia spasmodica di annichilire i piccoli gruppi per spartirsi qualche sedia in più”. Così il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, commenta la mancata adozione da parte della plenaria del Comitato Ue delle Regioni (CdR) di una modifica del proprio regolamento interno che avrebbe reso più difficile la formazione di gruppi politici al suo interno.
L’attuale normativa prevede che siano necessari 18 membri, di cui almeno 9 titolari, provenienti da almeno 6 Paesi per formare un gruppo politico in seno al CdR. Il nuovo regolamento avrebbe aumentato la soglia a 14 membri titolari. Un’iniziativa bloccata durante i lavori preparatori della plenaria, ritornata però al varo dell’aula grazie a un’emendamento firmato dal Pse (in accordo con il Ppe) per allineare il più possibile le norme del CdR a quelle del Parlamento Ue. Il regolamento non è stato però adottato per mancato raggiungimento del quorum necessario (la metà dei membri dell’aula più uno). Contro si sono schierati i gruppi più piccoli dell’aula: Alleanza europea (Ea) e Conservatori e e riformisti (Ecr), di cui fa parte la Lega.
L’emendamento è “un colpo di mano, un sotterfugio per non far apparire quello che si vuol fare: ridurre le voci di dissenso e la possibilità di essere rappresentati all’interno di quest’aula”, ha attaccato Ciambetti prima del voto.
Fonte: ANSA
Scrivi un commento