Anche per Vicenza credo sia ora di rivedere il Regolamento del campo sosta nomadi con norme molto precise e rigorose. E’ impensabile fornire una serie di servizi e non avere in cambio comportamenti e atteggiamenti rispettosi delle norme del vivere civile. E’ una cosa che ripeto e dico a tutti i sindaci che mi chiedono cosa fare per assicurare maggiore sicurezza ai loro cittadini davanti a una sequenza di episodi in cui è facile leggere tecniche e obiettivi tipici dei nomadi.
Chi pretende sia applicata la legge che prevede campi sosta per nomadi, deve anche rispettare tutte le altre leggi che regolano la civile convivenza. In via Cricoli a Vicenza, ad esempio, si parla del distributore di metano, prossimo al campo nomadi, sostanzialmente in ostaggio e vittima di continue provocazioni, furti, danneggiamenti. Nello scorso febbraio tre nomadi, tra cui un minorenne, residenti nel campo di viale Cricoli hanno aggredito una anziana, gettandola a terra e ferendola, per rubarle 15 €. Mi fermo qui, ma l’elenco dei fatti è ben lungo. La misura è colma e bisogna dare un segnale: chi sgarra paga. Così non basta far sottoscrivere contratti con le Aim per le forniture dei servizi, bisogna pagarle quelle fatture come bisogna saldare gli eventuali arretrati, né più, né meno, di quanto accade in tanti condomini della città. E chi non paga e non è in regola? E chi usa il campo sosta come base per razzie e reati predatori? Ecco, qui deve scattare il nuovo regolamento. Già quello entrato in vigore nel 2006 prevedeva la possibilità da parte dell’amministrazione della revoca della concessione e l’allontanamento “anche nel caso in cui l’utente dell’area rechi turbative e tensioni di particolare gravità sia all’interno dell’area di sosta, sia nei confronti del vicinato o nei rapporti con la cittadinanza, su segnalazione del Comando di Polizia Municipale”. Ora bisogna applicare alla lettera quella norma e rafforzarla, prevedendo controlli sistematici a sorpresa: chi vive nel campo di via Cricoli deve sapere che non ammetteremo coperture e protezione a chi si macchia di reati ma nemmeno più connivenze e complicità.
So bene che questa richiesta d’aggiornamento delle norme solleverà polemiche, ma la sicurezza è un bene comune imprescindibile, e il rispetto delle leggi è la condicio sine qua non per poter godere di servizi assistenza garantiti dalla comunità. L’essere Rom e Sinti non può essere sinonimo di impunità né si può sventolare una presunta e sedicente condizione di povertà e pretendere servizi e spazi, richiesta che agli occhi dei cittadini onesti appare essere una sorta di provocazione. Occorre dare dall’amministrazione e dall’intero Consiglio comunale un segnale forte e chiaro: rivediamo il regolamento dei campi sosta nomadi con regole chiare e poi facciamole applicare queste regole, attraverso controlli sistematici prendendo i provvedimenti conseguenti. Lo dice il buon senso, lo pretendono i cittadini onesti: credo che il Consiglio comunale debba farsi carico di questa problematica, a dimostrazione che c’è una intera città dietro la richiesta di comportamenti corretti e di giustizia.
Una città che inizia a stancarsi di vandalismi, furti e violenza.
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